Champions League e psicologia della rimonta

Stasera torna la Champions League con un classico del calcio contemporaneo: Barcellona – Paris Saint Germain, sfida che rimarrà nella storia per l’incredibile rimonta del Barcellona nel 2016-17 ai danni dei francesi, usciti vittoriosi per 4-0 nella sfida di andata.

L’anno successivo è stato proprio il Barcellona a subire una storica rimonta dalla Roma: dal 4-1 in Spagna al 3-0 di Roma che ha condannato i catalani, ma, in particolare, è l’anno calcistico 2018-2019 che può essere considerato “l’anno delle rimonte”. Manchester United – Paris Saint-Germain, 0-2 all’andata e 1-3 al ritorno al Parco dei Principi, il 2-0 dell’Atletico Madrid ribaltato all’Allianz Stadium dalla Juventus ma, più di tutti, resterà nella memoria il 4-0 ad Anfield, “dove tutto può succedere”, del Liverpool nei confronti del Barcellona, che ha affossato i blaugrana dopo il 3-0 dell’andata del Camp Nou. È importante, in questo caso, introdurre il concetto di memorabilità. Dopo il 6-1 proprio del Barcellona contro il PSG della stagione 2016-2017 con il goal di Sergi Roberto che ha condannato i francesi a lasciare la qualificazione dopo il secco 4-0 dell’andata, infatti, le rimonte sono state sempre più frequenti. Ma perché una sola rimonta dovrebbe aver aperto la possibilità di recuperare addirittura tre goal subiti quando l’ultima volta era successo al Deportivo La Coruña nel 2003/04?

È importante a questo punto introdurre quelli che, secondo la psicologia cognitiva, sono i due sistemi che governano il pensiero delle persone: Sistema 1 e Sistema 2. Ne ha parlato per la prima volta Daniel Kahneman nel libro Pensieri Lenti e Veloci, sostenendo come non sempre le persone hanno il tempo, la voglia e le energie di valutare razionalmente ogni situazione, ogni pensiero. Quando si cerca di restare il più razionali possibili si fa riferimento al Sistema 2, il pensiero lento e che richiede molta energia cognitiva. Il Sistema 1, invece, è il pensiero veloce, che ci porta a risposte spesso pressoché giuste sulla base dell’esperienza, ma che può trarci in inganno. Provate a risolvere questo veloce problema: una ninfea cade in un lago e ogni giorno raddoppia la superficie che occupa. In 100 giorni il lago viene completamente ricoperto. Quanti giorni ci ha messo la ninfea per ricoprire metà del lago?

Probabilmente a primo impatto avrete pensato che la risposta fosse 50, a meno che già foste a conoscenza dell’indovinello. Certo, anche non conoscendolo magari avete risposto 99, ma quanto ci avete messo? La risposta non è stata immediata, vi siete dovuti fermare a ragionare. Pensiero lento. Il pensiero veloce è caratterizzato dalle euristiche, scorciatoie mentali con le quali si cerca di arrivare a risultati pressoché giusti senza stare troppo a ragionare su qualcosa. Le euristiche più diffuse sono quelle della rappresentatività, della disponibilità e dell’ancoraggio. Quest’ultima, per esempio, fa riferimento a quando, dovendo esprimere un giudizio, ci si basiamo molto sul termine di paragone. Pensate a quando, nel calciomercato, il prezzo iniziale fissato dalla squadra è quello intorno a cui gira tutta la trattativa. I più videogiocatori tra voi potrebbero pensare anche alla difficoltà che si ha a formulare offerte per dei giocatori su Fifa nel momento in cui non si ha un valore di riferimento. L’euristica della rappresentatività, invece, si riferisce a quando si deve categorizzare qualcuno o qualcosa sulla base delle caratteristiche più rappresentative. Pensiamo, per esempio, ad un giocatore fisico, forte nel gioco aereo, con più di trent’anni e freddo sotto porta. Immagino che abbiate pensato ad una prima punta. Tuttavia queste sono le caratteristiche di Mario Mandzukic, anzi, sono proprio le caratteristiche che hanno permesso al croato di trovare una seconda giovinezza come esterno a sinistra nel gioco di Allegri. L’euristica più importante per le rimonte, tuttavia, resta l’euristica della disponibilità, che entra in gioco proprio nella memorabilità, quando si tende a stimare la probabilità che succeda qualcosa sulla base dell’impatto emotivo di un ricordo piuttosto che dalla sua probabilità effettiva. Immagino che tutti abbiate sentito la storia del “viaggiare in aereo è più sicuro che in macchina, solo che ci si ricorda di più i disastri aerei e quindi lo si ritiene meno sicuro”: è proprio così.

Il Barcellona rimontando 4 goal e vincendo 6-1 ha lasciato un ricordo indelebile in ciascuno di noi e, sicuramente, anche nei calciatori che attualmente calcano i campi della Champions League. Possiamo quindi dire che la rimonta ha effettivamente dato uno sblocco mentale a molti calciatori, che prima nemmeno pensavano fosse possibile rimontare in quanto non c’erano esempi nel passato più recente. E pensateci: più rimonte ci sono, più possibilità ci sono che vengano compiute in futuro. Siete pronti a nuove stagioni emozionanti?

Nicola Cavagnetto

Dottore magistrale in Psicologia per il Benessere e Social Media Manager di BeNexThere, scrivo occasionalmente di comunicazione, sport o attualità.

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