Sei al lavoro e ricevi un reclamo da un cliente, come lo risolvi? Sei il referente all’interno di un gruppo, e ricevi opinioni discordanti su una questione, come la gestisci? Sei in ritardo per andare al lavoro, la metro si blocca, cosa fai? Sei a casa e dal soffione della doccia non esce più acqua, cosa fai? 

Apparentemente questi possono sembrare degli esempi improbabili, non è detto che tutti si siano trovati in queste particolari circostanze. Ma è vero invece che a ognuno è capitato di trovarsi dinnanzi una situazione problematica e di non sapere nell’immediato come poterla risolvere. 

Il problem solving è quella particolare life skills che riguarda la gestione e risoluzione funzionale ed efficace di un problema. Ma davvero cosa vogliono da te quando parlano di problem solving? 

Si nasce già in grado di risolvere qualsiasi problema ci si presenterà? È il risultato di numerose prove ed errori? È frutto di buon senso, logica ed esperienze passate? In parte.  

La capacità di risolvere problemi è un aspetto della vita degli individui che si manifesta attraverso l’adozione di strategie funzionali –nel senso che funzionano e che sono ottimali alla situazione specifica in cui sono impiegate- ed efficaci –nel senso che raggiungono l’obiettivo che si erano prefissate di raggiungere-. 

Ma a questo fine non interviene un tratto specifico della persona chiamato problem solving: i tanto cari McCrae e Costa (1996) e chiunque si sia occupato dei tratti di personalità, non hanno mai identificato un aspetto specifico della personalità con problem solving, sebbene la combinazione di determinate caratteristiche siano indicative di una buona riuscita di questa pratica –apertura mentale e amicalità, ma anche estroversione e coscienziosità-. 

Si evince quindi come sia possibile allenare e/o apprendere nel corso della vita delle strategie che ci possano aiutare nell’aumentare la propria efficacia ed efficienza nella risoluzione dei problemi. 

Ma a me servirà mai? Diciamo che indipendentemente da quelle che sono state le tue esperienze accademiche e lavorative passate, se un domani vorrai presentarti con una marcia in più rispetto alla concorrenza nel colloquio di lavoro che potrebbe cambiarti la vita, allora avere e adottare delle buone capacità di problem solving potrebbe proprio esserti utile, e anzi, dovresti informarti su come fare. 

Fin qua ti basti sapere che avere delle buone capacità di risoluzione dei problemi significa considerare l’intervento di diversi aspetti:  

– approccio logico e approccio creativo: per i problemi quotidiani ma anche per gli imprevisti; 

– team working: l’apertura mentale verso punti di vista diversi può arricchire il nostro; 

– intelligenza emotiva: per una gestione funzionale dei propri vissuti emotivi, in modo che non prendano il sopravvento e ci facciano perdere la lucidità nel ragionamento; 

– valutazione del rischio: bilancio delle risorse spese e dei guadagni che ne verranno rispetto le alternative di soluzione proposte; 

– last but not least il decision making: il processo decisionale impiegato sarà strettamente collegato con il processo di risoluzione di un problema. 

Ma how to do? Generalmente è possibile destrutturare il processo decisionale in 5 step che danno vita a un iter operativo che una volta imparato può essere applicato a qualsiasi problema insorga durante la nostra quitidianità (University2business, 2019): 

1) problem findingdefinire il problema. Qual è il vero problema? Perché si sta manifestando? Cosa giace alla base?  

2) problem shapingstrutturare il problema. Raccogliere le idee per definirlo meglio e ridurre l’incertezza. Brain storming? 

3) decision making: analisi del rischio, operazionalizzazioni logiche, bilanciamento aspettative e reali possibilità, creazione ed elaborazione di alternative possibili;  

4) problem solving: azione. Valutazione e scelta delle alternative più funzionali ed efficaci. Implementazione; 

5) feedback: presa visione dei risultati. Raccolta e monitoraggio di opinioni e risultati ottenuti. Eventuale presa nota per future modifiche. 

Grazie a queste accortezze sarà più semplice e intuitivo automatizzare determinati processi logici decisionali e ottenere conseguente successo. Sarà una valida competenza da poter sfoggiare e mostrare durante i colloqui di lavoro futuri e tutte le circostanze quotidiane in cui sia necessario mettersi alla prova con il fine di riuscire positivamente.

Rachele Fiorini
Rachele Fiorini

Dott.ssa Magistrale in Psicologia per il Benessere, Empowerment, Riabilitazione e Tecnologie Positive

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